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DIRITTO DI DIVERTIRSI E DI GIOCARE

I giovani che praticano una attività sportiva dove si gioca e ci si diverte difficilmente l’abbandonano. Quindi come adulti abbiamo il dovere di proporre una attività consona all’età dei giovani che non punti alla prestazione ma all'avviamento alla pratica sportiva.

 

UNESCO - Carta dei Diritti del Bambino nello Sport

SCUOLA CICLISMO PRIMI RAGGI

 

La Scuola Ciclismo nasce esattamente il 17 dicembre 2014 sotto la gestione prima della Polisportiva Appignano del Tronto e successivamente dell’ ASD Progetto Ciclismo Piceno (ASD fondata per avviare la Scuola Ciclismo), grazie ad un gruppo di persone appassionate per lo sport (in particolare, il ciclismo). Gli scopi sono l’insegnamento e lo sviluppo di un nuovo stile di vita sostenibile e rispettoso, con l’obiettivo di avvicinare alla pratica del ciclismo dei giovanissimi tra i 5 e i 15 anni.

L’esperienza maturata nel periodo, dal 2015 al 2017, ci ha permesso di scoprire come nel nostro territorio, quello del Piceno, i giovani si approcciano alla bicicletta. I progetti scolastici (“Pinocchio in Bicicletta”, "Sulla buona strada", "Scuole aperte allo sport", "Il tesoro a pedali") e pre-agonistici (“Primi Raggi”), hanno raggiunto giovanissimi che hanno scoperto un modo “diverso” di praticare il ciclismo. La Scuola Ciclismo non è solo squadra di ciclismo.

Nonostante i nostri progetti siano apprezzati e organizzati per poter praticare un ciclismo in sicurezza e multidisciplinare, non vi è mai stata una continuità dei giovani iscritti a partecipare alle attività della Scuola Ciclismo e alle manifestazioni FCI. Spesso ci troviamo a confrontarci con società che svolgono esclusivamente attività “agonistica” e limitata alla pratica di una sola specialità, strada o fuoristrada, ma noi riteniamo che il nostro modo di fare ciclismo, in questa fascia di età, sia giusto così.

Dal 2017 ad oggi siamo impegnati nelle zone colpite del sisma del 2016, Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Amatrice. In collaborazioni con le amministrazioni e associazioni locali, abbiamo creato spazi per la pratica del ciclismo recuperando aree sportive, proposto progetti nelle scuole di ogni ordine e grado, organizzato eventi per giovanissimi come il Trofeo Coni 2018 e 2019,  formato istruttori FCI "locali" per garantire continuità, avviato un progetto "pilota" ai corsi FCI nel liceo sportivo di Amatrice, corsi che rilasceranno ai giovani studenti, che lo vorranno, le abilitazioni di istruttore di ciclismo e guida cicloturistica. Appuntamento fisso il nostro Bike Camp rivolto ai giovani della nostra Scuola Ciclismo e loro genitori collaborando con le strutture ricettive locali e di accoglienza.

Oggi svolgiamo regolarmente lezioni settimanali nel campo scuola situato nella frazione Cagnano di Acquasanta Terme e nell'impianto sportivo nel comune di Folignano.

Nel prossimo futuro, abbiamo in programma la realizzazione di percorsi permanenti, in particolare per la pratica del ciclismo fuoristrada, in tutti i comuni del nostro territorio, semplicemente per permettere a tutti i giovani di divertirsi in sicurezza. Poi abbiamo un sogno che è quello di realizzare un Bike Park dove poterci divertire e fare sport! Chissà a volte i sogni si realizzano...Venite a trovarci, ci divertiremo!

 

Come società affiliata alla FCI, condividiamo in pieno i 10 principi enunciati nella Carta dei Diritti del Bambino nello Sport redatta dall’UNESCO (a Ginevra) nel 1992.

E’ necessario partire da queste basi per mettere nelle condizioni i giovani di avvicinarsi ed appassionarsi al ciclismo.

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Diritto di divertirsi e di giocare

I giovani che praticano una attività sportiva dove si gioca e ci si diverte difficilmente l’abbandonano. Quindi come adulti abbiamo il dovere di proporre una attività consona all’età dei giovani che non punti alla prestazione ma all'avviamento alla pratica sportiva.

Diritto di fare lo sport

Diritto di beneficiare di un ambiente sano

I giovani tendono ad imitare il comportamento degli adulti, quindi è fondamentale che gli adulti siano un esempio per i giovani, attraverso comportamenti coerenti con i più alti principi dello sport (fair play, rispetto delle regole ecc..)

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Diritto di essere trattato con dignità

E’ indispensabile utilizzare mezzi e metodi di comunicazione che non siano punitivi o frustranti. Questo vale per i tecnici, ma anche per i genitori.

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Diritto di essere allenato e circondato da persone competenti 

I Direttori Sportivi dei giovani devono avere molte competenze, certamente più dei tecnici che trattano con atleti adulti. Quindi la formazione e l’aggiornamento rappresentano non solo un diritto ma un dovere del tecnico giovanile.

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Diritto di seguire allenamenti adatti alle proprie possibilità

E’ compito del tecnico quello di proporre allenamenti commisurati con l’età e con il livello psico-fisico del giovane.

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Diritto di misurarsi con giovani che abbiano le sue stesse possibilità di successo

L’organizzazione delle attività per i giovani deve essere tale da garantire che ci sia un confronto tra giovani dello stesso livello, non solo prestativo, ma soprattutto di competenze tecniche.

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Diritto di partecipare a competizioni adeguate alla sua età 

Questo principio in qualche modo si aggancia al precedente e si amplia considerando anche gli aspetti normativi che regolano l’attività giovanile (tipologia, chilometraggio e tempo di attività).

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Diritto di praticare il proprio sport nella massima sicurezza

Questo principio nel nostro sport è inderogabile. Quindi è fondamentale che gli organizzatori attuino tutte le procedure di sicurezza dettate dalle normative e dal buon senso.

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Diritto di avere tempi di riposo

Lo sport a livello giovanile deve essere considerato come una piacevole parentesi tra gli impegni scolastici e familiari. Quindi anche il carico di allenamento proposto dal tecnico deve considerare questo tutti gli altri impegni del giovane.

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Diritto di non essere un campione

Un grave errore è quello di pensare che i risultati ottenuti a livello giovanile siano il presupposto per diventare un campione. Prima di arrivare all’età adulta un atleta percorre tappe di crescita che possono modificare radicalmente il proprio livello prestativo. Quindi chi opera con i giovani non deve infondere false aspettative e soprattutto non deve trattare i proprio atleti già come “Campioni”.

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